Basket story

Spesso le storie dei bobber nostalgici cominciano in stalle polverose, immerse in sonnolente campagne, con miracolosi rinvenimenti di archeologia meccanica.
A volte si tratta di pure leggende, architettate a dovere per aggiungere un alone di mito attorno a una moto…
In questo caso tutto comincia in Germania, quando Paolo s’imbatte in una miscellanea di parti Harley-Davidson di varie generazioni:
è un basket case da manuale.

Mirko Perugini è un customizer bresciano di poche parole. Ai lunghi discorsi preferisce i fatti, non ricorre a racconti fiabeschi per accendere la lampadina dell’interesse e attirare l’attenzione dei custom fan italiani. Che si tratti di moderni full custom o suggestive vintage bike, le sue opere a due ruote ”parlano” da sole, esibendo ogni volta capacità tecniche e buon gusto.

Nel caso di questo bobber però qualche aneddoto simpatico non manca visto che Paolo Serra, il proprietario di questo Shovelhead, è di origini sarde e vive in Germania. All’officina di Nuvolento arriva guidato dalla più antica forma d’informazione scambiata tra gli esseri umani: il passaparola.

A Mirko affida una specie di rompicapo meccanico acquistato nella terra delle spumose bionde e dei Bratwurst. È composto da un telaio Duo Glide del 1958, forcella springer H-D anni 90 e da un ”teste a pala” della seconda generazione che, al primo sguardo, non promette granché in termini di affidabilità.

Il customizer bresciano ne ha già viste di tutti i colori in questi tredici anni di attività in proprio sotto l’egida Gallery Motorcycles, realtà che a breve si trasferirà in locali più spaziosi nella vicina Rezzato. Eppure un rebus del genere non capita tutti i giorni nemmeno a Mirko. E pensare che dalle nostre parti siamo abituati a considerare i tedeschi esemplari per precisione e rigore, persone tutte d’un pezzo che rasentano la perfezione…
La storia non convince il Serra che, per realizzare il bobber dei suoi sogni, preferisce puntare verso sud. In patria è sicuro di trovare la giusta combinazione di professionalità e fantasia per raggiungere il proprio scopo. Mirko ricambia la fiducia mettendo in atto tutte le tecniche in suo possesso per far risplendere lo Shovelhead di luce nuova, seguendo un programma dettagliato.

Il primo step prende in esame la meccanica che, viste le condizioni esterne, lascia temere una certa trascuratezza anche al suo interno. Invece, fatta eccezione per un consunto albero a camme prontamente sostituito, la situazione non è poi così drammatica. Una goffratura nera sui cilindri e una bella lucidata al resto dei componenti ringiovaniscono il 1.200 cc, ora dotato di trasmissione primaria BDL da 2” che lo collega al cambio 4 marce di serie. Realizzati di sana pianta i collettori per far puntare in alto gli scarichi trumpet, Perugini completa il reparto respiratorio con carburatore S&S Super E dotato di filtro a reticella metallica pescato nel tomo CCE.

Puro artigianato bresciano anche per il sinuoso apehanger ”a lira” che accoglie comandi Rebuffini, cromati a specchio così come gli omologhi a pedale. Della scuola bobber Mirko rispetta solo il minimalismo. Per le finiture preferisce seguire la propria mania di perfezione: il profondo molding riservato al telaio lo conferma in pieno. In questa maniera le fusioni accuratamente modellate si sposano bene con le rotondità della forcella H-D Springer di ultima generazione.

Kustom Tech fornisce i dischi freno, le pinze forgiate con alettature di spirito hot rod e le relative staffe forate. Due ruote da 16” sono un altro ”must have” dello stile bobber più classico, ma anche in questo caso il Perugini non rinuncia a gomme Shinko da 5 pollici di sezione con fascia bianca, tanto per citare liberamente le kustom car tradizionali. Il canale dei cerchi a raggi è rifinito nella stessa tonalità che riveste chassis e carrozzeria, ridotta a serbatoio axed con nervatura sul dorso e a un mozzicone di parafango estirpato a uno Sportster.

L’autore della finitura marrone metallizzato è un altro bresciano, Paolo Salvini del laboratorio Spray Art Design, che approfitta dell’armoniosa superficie preparata da Mirko per mettere in pratica qualche trucchetto scenico di sicuro effetto. Crea così filetti e motivi floreali con foglia d’oro e d’argento, quest’ultima contornata a pennello; spiccano su un manto bruno che alterna effetto satinato e metallizzato lucido dai riflessi policromi.

La miscela di look nostalgico, parti artigianali, made in Italy di qualità e finiture da show fa colpo in diversi contest, a partire dalla Top 20 di LowRide a Verona in cui debutta. Prestigiosi i primi posti ottenuti nella categoria Old Style della tappa italiana del Mondiale AMD e durante il 110° anniversario Harley-Davidson a Roma. All’inizio di ottobre Gallery Motorcycles giocherà in casa alla kermesse bresciana Rombo di Tuono ed è lecito aspettarsi qualche altro exploit del signor Mirko Perugini.